Taranto, lì 30.12.2023
Carissimi Membri del Consiglio Pastorale Diocesano
e
Carissimi Direttori degli Uffici di Curia
come a noi tutti noto, siamo entrati nella fase sapienziale del Cammino Sinodale, durante la quale ci è chiesto di contribuire ad individuare le scelte possibili, preparare delle proposte da condurre alla fase profetica, comprendere come si attua il consenso dei fedeli e come questo sostiene le scelte dei Pastori; focalizzandosi non su “che cosa il mondo deve cambiare per avvicinarsi alla Chiesa”, ma su “che cosa la Chiesa deve cambiare per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo”.
L’intero cammino compiuto a livello diocesano in questi due anni, da ultimo documentato anche attraverso i frutti della Assemblea diocesana del 23 novembre u.s., ha delineato una chiara convergenza verso due nuclei tematici, su cui eserciteremo il discernimento comunitario:
- La missione secondo lo stile di prossimità
- Il cambiamento delle strutture – in particolare nella dimensione pastorale; tanto che, proprio la verifica dell’orientamento missionario delle strutture, aveva già animato la scelta del Cantiere della casa e della ospitalità ed il tentativo di vivificare l’operatività del Consiglio Pastorale Diocesano (CPD).
L’approfondimento di questi due macro-temi e dei sotto-temi ad essi connessi vedrà il coinvolgimento diretto del CPD, allargato alla partecipazione dei Direttori degli Uffici di Curia. Il Consiglio presiederà l’intera fase sapienziale, in cui sarà altresì valorizzato il ruolo delle Vicarie. I gruppi di lavoro che saranno tempestivamente attivati in ciascuna Vicaria elaboreranno delle proposte operative, che – anche attraverso la partecipazione dei Direttori degli Uffici di Curia – saranno oggetto di un ulteriore discernimento da parte del CPD, così da essere condivise con l’Arcivescovo per l’invio della restituzione diocesana al Comitato nazionale del Cammino sinodale entro il mese di Aprile 2024.
*
Per riprendere la nostra esperienza di discernimento ecclesiale, ci incontreremo il giorno mercoledì 10 Gennaio 2024, alle ore 19.30 presso il Seminario Arcivescovile di Taranto.
Vi allego, di seguito, le due schede operative che saranno illustrate nel nostro incontro.
*
Invito tutti alla responsabilità della partecipazione perché è necessaria e preziosa la presenza di ciascuno. Accogliamo l’instancabile invito dello Spirito Santo a vincere le nostre radicate abitudini per aprirci alla conversione sinodale autenticamente vissuta.
In attesa di ritrovarci, vi saluto fraternamente augurando a ciascuno di vivere in pienezza questo tempo di Luce per riconoscere ed adorare il Signore che abita in mezzo a noi.
Nel Signore Gesù
Mons. Luigi Romanazzi
Vicario Episcopale per la Pastorale
SCHEDA 1
LA MISSIONE SECONDO LO STILE DI PROSSIMITÀ
La Chiesa è missionaria per sua natura. La testimonianza quotidiana del Regno ne è la dimensione costitutiva e nasce dall’amore del Padre per il mondo, da lui creato. Come evidenziato nel biennio della fase narrativa, però, troppo spesso questa consapevolezza resta teorica. Ci si muove tante volte su due estremi. Da una parte, si registra la frenesia di portare dentro il maggior numero di persone, purché si conformino a norme e precetti, mentre quanti non si adeguano si sentono lasciati ai margini. Dall’altra, la voglia di mescolarsi con l’umanità, partecipando alla vita civile, sociale, politica ed economica, cede alla tentazione di rivendicare spazi di privilegio e presunte egemonie culturali. Si sente la necessità di comunità capaci di uscire dai propri spazi protetti, dai recinti del “si è sempre fatto così”, per andare incontro all’altro là dove egli si trova, a prescindere dalla sua condizione socio-economica, dall’origine, dallo status legale, dall’orientamento sessuale. Come può e deve la Chiesa farsi prossima a tutti, secondo lo stile del Maestro?
Il tempo di ascolto ha offerto alcune piste di azione che meritano di essere approfondite:
- fare tesoro e condividere le buone pratiche sperimentate nei Cantieri di Betania;
- avviare processi di approfondimento sul piano antropologico e teologico per integrare meglio le istanze del rispetto totale per le persone e della loro crescita della verità;
- promuovere l’impegno attivo nelle questioni vitali di questo momento storico, quali la costruzione della pace, il rispetto per la vita, la famiglia, l’educazione, la cura dell’ambiente, il dialogo con le culture e le religioni, lo sforzo incessante per attenuare le ingiustizie che tagliano fuori dal sistema milioni di fratelli e sorelle: poveri, ammalati, anziani, disabili fisici e psichici;
- fare dell’ascolto rispettoso, aperto all’altro, accogliente, la cifra distintiva dell’atteggiamento ecclesiale, sottraendosi alla polarizzazione imperante.
Alcune domande per il discernimento:
- Che cosa dobbiamo cambiare, quali spazi, quali modalità e quali forme possiamo immaginare perché nelle nostre comunità quanti sono ai margini non si sentano solo destinatari del nostro annuncio e beneficiari delle differenti attività pastorali, ma interlocutori attivi e responsabili, con diritto di parola e di azione?
- Come si può agire per non far sentire fuori dalla comunione ecclesiale le persone che si trovano in situazioni esistenziali che per tante ragioni le fanno sentire emarginate?
- Quali sono i nodi principali che facciamo fatica ad affrontare? Si è fatto abbastanza dopo Amoris Laetitia per accompagnare, discernere e integrare?
Potrebbero essere utili degli orientamenti pastorali nazionali su questi temi? Quali approfondimenti teologici o antropologici sarebbero necessari?
- Come dare più centralità alle questioni che in questo tempo storico maggiormente interpellano la società nella pastorale ordinaria delle Diocesi e delle parrocchie? Quali cambiamenti sono auspicabili nell’organizzazione della vita pastorale per dare spazio a tali temi? Quale può essere l’apporto specifico di laici, associazioni e movimenti?
- Da alcuni anni sono state avviate in diverse realtà esperienze di comunità o unità pastorali. In che modo queste esperienze stanno incidendo nella vita della Chiesa locale? Quali sono le difficoltà maggiori che chiedono di essere affrontate? Quali i punti di forza che vanno emergendo? Che cosa possono imparare tutte le Chiese che sono in Italia da queste esperienze?
Testi biblici consigliati:
Mt 13,1-9.18-23; Lc 10,1-9.
Testi conciliari consigliati:
Discorso di Papa Giovanni XXIII in occasione della solenne apertura del
Concilio Ecumenico Vaticano II (4.1-4), 11 ottobre 1962;
Costituzione Gaudium ed Spes, nn. 1 e 4;
Costituzione Lumen Gentium, n. 16;
Decreto Ad Gentes, n.5
SCHEDA 5
IL CAMBIAMENTO DELLE STRUTTURE
Nel biennio di ascolto è emersa la necessità della verifica delle strutture, legata all’esigenza di rimettere al centro delle comunità l’annuncio e la missione. Per favorire l’incontro del Vangelo con il mondo, infatti, le strutture ecclesiali devono mantenere la loro funzione di strumenti e risorse evitando, al contrario, di diventare pesi e ostacoli. La cornice complessiva entro cui condurre il discernimento su questa area tematica è quella indicata da papa Francesco in Evangelii Gaudium: «Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’auto-preservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie» (n. 27).
All’interno di questo ambito tematico figurano tre sotto-temi:
- le strutture materiali (chiese, canoniche, centri culturali, strutture educative e assistenziali…);
- le strutture amministrative (forme, figure, strumenti della gestione…);
- le strutture pastorali (parrocchie, unità e comunità pastorali, uffici di curia …).
Alcune domande per il discernimento
- La gestione dei beni materiali è molto impegnativa: quali competenze occorre formare? Quali passi sono necessari per mettere in atto anche in questo campo un vero stile sinodale? Come ridurre il peso burocratico dell’amministrazione di questi beni che spesso ricade sulle spalle dei presbiteri? Quali sono gli interventi prioritari che si possono configurare anche a livello normativo per raggiungere questi obiettivi?
- Le strutture amministrative delle Chiese sono al centro di molti cambiamenti e nuove reti di presenza pastorale: quali apprendimenti e quali orientamenti emergono dall’esperienza delle unità/comunità pastorali o dall’unioni di più parrocchie sotto la guida di un parroco? In che modo far progredire l’istituzione e la formazione di nuove figure e ministerialità, per esempio gli animatori di comunità senza presbiteri residenti e le equipe ministeriali? Quali buone prassi in atto sono replicabili e quali nuove proposte andrebbero sperimentate e approfondite?
- Come ripensare le strutture pastorali, mettendo al centro la cura della vita spirituale? Quali cambiamenti attuare nella pastorale ordinaria di Diocesi e parrocchie per mettere al centro l’annuncio del Vangelo? Come passare da una “pastorale degli eventi” a una pastorale che accompagni la vita delle persone, nei suoi diversi passaggi e nelle sue variegate situazioni? Per raggiungere questi obiettivi, quali cambiamenti sono necessari nell’organizzazione tradizionale dei settori pastorali della parrocchia (catechesi, liturgia e carità) e nell’organizzazione degli uffici di curia?
Testi biblici consigliati: Lc 12,13-32; At 3,1-10.
Testi conciliari consigliati:
Costituzione Lumen Gentium, n. 8;
Decreto Unitatis Redintegratio, n. 6.